audiopoetry

 abschied (ah si?)vom hashish, Festa della riappropriazione urbana, muggia 1977

Ho usato un gioco di parole ironico tra italiano e tedesco, due lingue della tradizione culturale triestina, insieme allo sloveno.  Alle sei del mattino, a mezzogiorno e alle sei del pomeriggio, seguendo il tempo della preghiera, dall’alto del campanile, precedo il suono delle campane, spostato di qualche minuto in avanti, lanciando un messaggio imprevisto e trasgressivo, come un muezzin irrituale.

Nel testo a ciclostile in distribuzione, si precisa l’intenzione dell’azione, già presentata in forma di nastro audio alla Settimana Internazionale del Comportamento Sonoro, alla galleria Shandar di Parigi, nota per il suo ruolo in tale campo di ricerca, con la presenza, tra gli altri di Jacques Charlier, Fred Forest, Jean-Paul Thenot. 

Vi si legge: “ (...) Il suono della campana è l’espressione linguistica corale e sintetica di una comunità che parla a sé stessa ... La voce dell’artista, dell’uomo che lancia il proprio messaggio anticipandola, è un'anomalia che denuncia il cristallizzarsi in abitudini passive della vita sociale, comunitaria. 

Il fatto di sostituire la campana, di spezzarne il suono abituale in fonemi che si ricostituiscono a formare un nuovo provocatorio messaggio configura  un autentico momento riappropriativo.

Riappropriazione anche fisica di uno spazio e di una possibilità comunicativa, invito a riconoscersi e a ricollocarsi in un nuovo rapporto con il tempo e lo spazio, con l’ambiente fisico e sociale del quale si scoprono usi non convenzionali, in opposizione ad ogni concezione statica dei luoghi ove si svolge la nostra vita”.

Evening madrigal, Sala Polivalente Ferrara 1978

Evening madrigal is a performance I executed for the first time in June 1978 in the Sala Polivalente of the Palazzo dei Diamanti in Ferrara, realized with the collaboration and participation of my companion Luciana and my son Matteo. The title itself underlines the poetic character of the performance and places it in a night time dimension, at the edge of the system of nocturnal imagery, it consists of a brief verbal text the reading of which is modulated on different expressive levels. The variations in timbre and intonation of the voice introduce a verbal play, a following of the meaning, tending to reveal the most obscure zones of the language.

Norwid's dream, galleria unimedia centro uh!

genova 1980

E' il vento che canta una liquida canzone tra le canne, è la fiamma risucchiata dal vortice notturno, o sono segnali di una mistica alba che verrà? Piegato sul profondo specchio cupo che è al fondo di sè , Norwid fissa la cavità in cui si agitano i suoi ambigui fantasmi, nel buio interiore essi si chiamano senza parole, dall'interno all'esterno filando la bava tiepida dell'infanzia. Sepolcro e ventre dove riposa l'acqua della madre, calma laguna, laguna che come ombra si maschera. Come sei silenziosa ed inquietante Maria, tu memoria del mondo immenso, che emergi ora e ti mostri, ti irradi come febbre e fuoco nel sogno di Norwid: malattia, abisso, nebbia che è nella sua mente. Maria è la grande rivelazione che ha lasciato segni incancellabili nel cuore di Norwid, che ha riempito col suo delirio la vuota stanza di San Casimiro. Innamorato è Norwid e pallido, tra sogno e realtà lacerata è la sua mente, lo tormenta un'immagine di fuoco ed acqua, lentamente sale un mare dentro... e tu Maria che ieri ancora scioglievi i capelli alla luna, nell'erba alta davanti alla casa, ora sei nel fuoco e tutto intorno svanisce.

Norwid's ROOM, Galleria Comunale Arte Moderna, Ancona, 1979

La Camera di Norwid è per ciascuno di noi qualche cosa di diverso, ma essa rappresenta per tutti la grande metafora della cavità (sepolcro e ventre) in cui operano i nostri ambigui fantasmi, nel buio interiore essi si chiamano senza parole, dall'interno all'esterno filando la bava luminosa dell'infanzia. Nel folto senza origine nè fine, nella gola serrata di San Casimiro Norwid il poeta si nasconde, in un angolo dal buio non esce.
Ricorda forse con trepidazione il bianco corridoio dove ha amato la bellissima Maria o le molte finestre aperte per gioco sui bastioni di un fortilizio abbandonato da chissà chi. Immagine inquietante, liquida suggestione, sospensione del significato nello spazio dell'immaginazione, Norwid è certamente un sogno.